Certe mattine è dura alzarsi dal letto. Per tutti. Nonostante ci si alzi
per andare all’asilo dove si potrà giocare con i propri amichetti e cantare le
canzoni. Ma forse quello è l’asilo visto
con gli occhi di un adulto che deve andare a lavoro. Se ci andassimo noi,
scopriremmo che l’asilo non è un parco giochi. Ci si diverte ma non per tutto
il tempo, ci sono regole da seguire. Non tutti i bambini sono simpatici, anzi
qualcuno è proprio antipatico. Addirittura c’è chi ti dà le botte, le spinte e
chi ti prende il giocattolo dalle mani. Sarebbe meglio andarci verso le dieci,
dopo essersi svegliati da soli. Sarebbe tutta un’altra storia. Adesso che arriva
il freddo sotto il piumone si sta veramente bene.
In quelle mattine, nelle quali è dura alzarsi dal letto ma bisogna farlo,
una volta alzati diventa molto probabile, quasi certo, dare il peggio di sé per
fare qualsiasi cosa. Lavarsi, vestirsi e fare colazione. Sembra quasi una
ritorsione. Tu mi hai svegliato ed io mi
vendico.
Ieri è stata una di quelle mattine. Dall’aprire gli occhi al mettersi il
giacchetto per uscire.
Dopo aver consumato tutta la pazienza tra la sua camerina e il bagno, prima di
uscire è arrivata l’ennesima sfida di mia figlia con il suo “no” al momento di mettersi
il giacchetto. Di fuori mi aspettava una giornata di pioggia quasi torrenziale.
Così ho preso tempo e le ho detto “Intanto mi metto il mio”.
Come uno dei lampi del temporale che ci aspettava fuori, d’improvviso ho
iniziato a inventarle una storia.
“Lo sai che una volta un bambino che si è messo il cappotto ha perso una
mano dentro?” E mentre infilavo la manica il mio cappotto le facevo vedere che
la mia mano usciva.
“I genitori cercavano e cercavano ma non riuscivano a trovarla. Né dentro
il taschino, né caduta per terra.”
Lei ha iniziato a sorridere.
“Vediamo se riesci a metterti il giacchetto senza perdere le tue mani
perché dobbiamo andare all’asilo e ti serviranno tutte e due.”
Così ha preso il suo giacchetto e l’ha indossato, quasi divertendosi, senza
fare capricci.
Abbiamo trovato anche il nome, rigorosamente in rima… Adriano, il bambino che aveva perso la mano.
Chissà forse la mia fantasia è ancora allenata dalle letture di Gianni
Rodari di tanti anni fa.
Semplicemente adorabile Daniele e poi ricordando Rodari , tutto diventa magico!
RispondiEliminaAnche mia figlia fa sempre storie per mettersi il giacchetto. Mi hai dato un'idea, grazie!
RispondiEliminaVorrei avere la tua fantasia al momento giusto! Ormai siamo definitivamente fuori dalla zona racconti per distrarre, però spesso piacerebbe a me ascoltare una bella storia per uscire di casa più allegra, è grave? :)
RispondiEliminaAnche io alcune mattine avrei bisogno di una bella storia per uscire di casa.
EliminaAltre volte me le racconto da solo ;)