mercoledì 5 novembre 2014

Storielle per andare all’asilo: il bambino che ha perso la mano nel cappotto.

Certe mattine è dura alzarsi dal letto. Per tutti. Nonostante ci si alzi per andare all’asilo dove si potrà giocare con i propri amichetti e cantare le canzoni. Ma forse quello è l’asilo visto con gli occhi di un adulto che deve andare a lavoro. Se ci andassimo noi, scopriremmo che l’asilo non è un parco giochi. Ci si diverte ma non per tutto il tempo, ci sono regole da seguire. Non tutti i bambini sono simpatici, anzi qualcuno è proprio antipatico. Addirittura c’è chi ti dà le botte, le spinte e chi ti prende il giocattolo dalle mani. Sarebbe meglio andarci verso le dieci, dopo essersi svegliati da soli. Sarebbe tutta un’altra storia. Adesso che arriva il freddo sotto il piumone si sta veramente bene.
In quelle mattine, nelle quali è dura alzarsi dal letto ma bisogna farlo, una volta alzati diventa molto probabile, quasi certo, dare il peggio di sé per fare qualsiasi cosa. Lavarsi, vestirsi e fare colazione. Sembra quasi una ritorsione. Tu mi hai svegliato ed io mi vendico

Ieri è stata una di quelle mattine. Dall’aprire gli occhi al mettersi il giacchetto per uscire.
Dopo aver consumato tutta la pazienza tra la sua camerina e il bagno, prima di uscire è arrivata l’ennesima sfida di mia figlia con il suo “no” al momento di mettersi il giacchetto. Di fuori mi aspettava una giornata di pioggia quasi torrenziale. Così ho preso tempo e le ho detto “Intanto mi metto il mio”.
Come uno dei lampi del temporale che ci aspettava fuori, d’improvviso ho iniziato a inventarle una storia.
“Lo sai che una volta un bambino che si è messo il cappotto ha perso una mano dentro?” E mentre infilavo la manica il mio cappotto le facevo vedere che la mia mano usciva.
“I genitori cercavano e cercavano ma non riuscivano a trovarla. Né dentro il taschino, né caduta per terra.”
Lei ha iniziato a sorridere.
“Vediamo se riesci a metterti il giacchetto senza perdere le tue mani perché dobbiamo andare all’asilo e ti serviranno tutte e due.”
Così ha preso il suo giacchetto e l’ha indossato, quasi divertendosi, senza fare capricci.
Abbiamo trovato anche il nome, rigorosamente in rima… Adriano, il bambino che aveva perso la mano.
Chissà forse la mia fantasia è ancora allenata dalle letture di Gianni Rodari di tanti anni fa.

4 commenti:

  1. Semplicemente adorabile Daniele e poi ricordando Rodari , tutto diventa magico!

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  2. Anche mia figlia fa sempre storie per mettersi il giacchetto. Mi hai dato un'idea, grazie!

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  3. Vorrei avere la tua fantasia al momento giusto! Ormai siamo definitivamente fuori dalla zona racconti per distrarre, però spesso piacerebbe a me ascoltare una bella storia per uscire di casa più allegra, è grave? :)

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    1. Anche io alcune mattine avrei bisogno di una bella storia per uscire di casa.
      Altre volte me le racconto da solo ;)

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